Oleandro, il re dell'estate

L’oleandro è il re degli arbusti a qualsiasi altitudine e temperatura. Si tratta di una pianta resistente e dalla storia interessante che orna le nostre autostrade italiane e i giardini in città, in collina e in montagna. Si tratta certamente del re dell’estate, una soluzione pratica per abbellire gli spazi aperti, pubblici e privati. In zone miti, gli oleandri si piantano in piena terra, in macchie, siepi, in esemplare singolo o in vaso per decorare terrazze e balconi in tutte le zone.

L’oleandro è una delle piante più ricercate sia dai privati che da chi si occupa del verde pubblico per le sue caratteristiche di resistenza e facilità di cura.

Oleandro, il re dell’estate per giardini privati e verde pubblico

 

La storia della pianta di oleandro, da Creta all’Himalaya

La pianta di oleandro ha una storia antica. Si ritiene che ornasse i giardini europei già 2000 anni fa, soprattutto lungo le coste del Mediterraneo, ma le origini sono molto più antiche. Secondo alcuni studi i principali e più antichi ceppi genetici provengono dalla Spagna e dall’Himalaya, due zone distanti più di 6000 km tra loro, con una diffusione che attraversa Mediterraneo, Nord Africa, Mar Rosso, Medio oriente e Golfo Persico, fino a estendersi verso il Pakistan e l’Afghanistan, l’India e La Cina.

La pianta di oleandro fu introdotta in Italia solo nel 1547 da Creta, in una semplice varietà dai fiori bianchi, mentre solo nel 17° secolo arrivarono le varietà indiane con fiori profumati e doppi.

Fu allora che iniziò un intenso lavoro di selezione e miglioramento delle varietà, al fine di decorare i giardini delle corti europee, fino ad ottenere, a fine ‘800, più di 170 varietà.

Specie e coltivazione dell’oleandro in vaso e terrapieno: consigli da Vivai Aprili

L’oleandro vegeta in terreni sabbiosi dove abbia sufficiente spazio per il suo ampio apparato radicale, purché siano sempre ricchi di umidità in profondità. Per la decorazione di giardini e aiuole o in vaso il terreno deve essere ben sciolto, per evitare ristagni, sebbene si tratti di una pianta che non è particolarmente esigente quanto a substrato.

Come abbiamo visto prospera sia a livello del mare che in alta montagna (alcune specie crescono fino a 2500 metri di altitudine sugli altopiani dell’Atlante e del Kashmir ad esempio). Alcune varietà resistono fino a temperature molto rigide (-12/-15°)

Si tratta di arbusti legnosi, sempreverdi, ramificati fin dalla base, alti fino a 6 metri e poco impegnativi, perfetti per la decorazione del verde pubblico. Le foglie sono semplici e lanceolate, molto coriacee e con una cuticola molto resistente, lunghe fino a 20 cm e larghe 3 cm.

L’infiorescenza è formata anche da 200 fiori da cui si sviluppano 3 nuove vegetazioni a fiore. I fiori hanno una corolla imbutiforme larga da 3 a 5 cm con 5 petali dentati o finemente suddivisi. La colorazione varia dal bianco al giallo, dal salmone al rosa al rosso scuro con diverse sfumature intermedie. I fiori delle piante di origine mediterranea sono inodori, mentre quelli di origine asiatica emanano un profumo dolciastro.

Temperature per la coltivazione dell'oleandro

Per la germinazione dei semi è indicata una temperatura di circa 30°C, mentre per la radicazione delle talee di 25°C. La temperatura ideale per la crescita e la fioritura è invece di 18°C, mentre l’attività vegetativa si arresta quando la temperatura scende sotto i 12°C. Se gli oleandri in vaso vengono svernati a 4-8°C mantengono inalterate le caratteristiche qualitative, sebbene alcune varietà attuali di oleandro coltivato a terra sopporti temperature anche punte di -17°C per brevissimi periodi (se le temperature restano troppo rigide per più di una settimana la pianta muore).

Per la sua capacità di adattamento l’oleandro si presta alla decorazione dei giardini in un’ampia fascia climatica, ma dà il suo meglio nell’areale dell’olivo. Per la coltivazione dell’oleandro in vaso invece è possibile in pien’aria in quasi tutta Italia, anche se preferisce zone a clima mediterraneo.

Esposizione alla luce dell’oleandro e innaffiatura

L’oleandro è una pianta eliofila; la fioritura è stimolata da un elevato irraggiamento totale, che garantisce una crescita solida e compatta. L’ombreggio è necessario solamente durante la propagazione.

L’oleandro piantato a terra necessita di un’irrigazione costante nelle zone aride soprattutto in estate (anche ogni 15 giorni), anche se è molto resistente alla siccità. Nelle coltivazioni in vaso va bagnato con minore frequenza, ma comunque al bisogno anche nel periodo invernale. Le piante vanno seguite nei primi mesi dopo la messa a dimora, ma poi sono perlopiù autosufficienti. Se l'oleandro non riceve acqua a sufficienza, avrà una crescita più lenta con una fioritura minore. Solo nei casi più gravi si arriva al disseccamento delle foglie e fusti.

Malattie e parassiti dell’oleandro: il vivaista è il tuo punto di riferimento

Sebbene si tratti di una pianta molto resistente, anche l’oleandro subisce attacchi di malattie e parassiti dai quali è bene proteggerlo con opportuni accorgimenti. Il suo principale nemico è l’eccessiva umidità. Per questo è importante dare indicazioni precise ai propri clienti sulla coltivazione e sull’osservazione di qualsiasi cambiamento dovesse avvenire nei rami, sui fiori o sulle foglie, al fine di dare le corrette indicazioni per la cura.

Facciamo un breve e non esaustivo elenco delle principali malattie e parassiti a cui può andare incontro:

  • Rogna. il lembo presenta diffuse lesioni prima acquose e poi brune; nervature, fiori e rami presentano lesioni cancerose che attaccano anche boccioli e frutti. Si tratta di un’infezione molto diffusa nelle zone umide o nei periodi di forte umidità. È importante selezionare le piante indenni o acquistare varietà già selezionate.

  • Necrosi dei rami. Si tratta di un’infezione facile da individuare attraverso la presenza di zone di necrosi ovali sui rami che portano alla disseccazione del ramo. Sulle foglie si notato delle macchie ovali bruno chiaro al centro con bordo più scuro. Questa infezione è più frequente in autunno e in inverno (nelle zone mediterranee) a causa di un prolungato periodo di bagnatura del fogliame. Irrigazione, pioggia e vento aumentano la probabilità di diffusione del patogeno.

  • Maculatura fogliare. Simile per aspetto alla necrosi attacca solo le foglie portandone la caduta. Anche in questo caso si tratta di un’infezione più frequente in inverno e autunno, quando la pianta subisce una maggiore umidità.

  • Muffa grigia. Questa infezione colpisce principalmente i fiori con piccole macchie necrotiche chiare, soprattutto in piante forzate in serra in primavera nei periodi freschi e umidi.

  • Parassiti che infestano di frequente l’oleandro sono gli afidi gialli dell’oleandro, le cocciniglie, le sfingi dell’oleandro e gli acari tetranichidi.

Per evitare gran parte dei problemi che può presentare una pianta di oleandro è necessario essere certi di acquistare una pianta sana, da vivaisti selezionati e preparati, in grado di fornire le giuste indicazioni per la coltivazione e l’eventuale cura.

Contattaci per avere maggiori informazioni sulle piante di oleandro del nostro vivaio, per consigli e indicazioni anche per il verde pubblico.

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